L’intelligenza artificiale renderà obsoleta la professione dei programmatori?

La rivoluzione Tecnologica come la rivoluzione Industriale?

Durante il World Governments Summit tenutosi a Dubai l’11 Marzo, Il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha sostenuto che l’intelligenza artificiale generativa potrebbe rendere quasi superfluo l’apprendimento dei linguaggi di programmazione. Questo è quanto apprendiamo dall’articolo del blog ufficiale Nvidia, intitolato NVIDIA CEO: Every Country Needs Sovereign AI.

Intelligenza artificiale e Programmazione: lavoro del futuro o lavoro già obsoleto?

intelligenza artificiale contro programmatori secondo ceo NVIDIA

 

Jensen Huang risponde alla domanda che , a questo punto, sorge spontanea: “Tutti nel mondo diventiamo programmatori grazie all’AI“, invitando di fatto le persone a concentrarsi sulle altre discipline come biologia, istruzione, produzione o agricoltura. “Il nostro compito è creare tecnologie informatiche che nessuno debba programmare e che il linguaggio di programmazione sia umano: tutti nel mondo ora sono programmatori: questo è il miracolo.”

Questa affermazione ha dato il via ad un acceso dibattito nel settore tecnologico.

Con Nvidia che domina il mercato dell’hardware AI di fascia alta, Huang si è posizionato come uno dei leader più influenti nel panorama tecnologico odierno. Si tratta di una posizione di dominio che le conferisce un enorme potere e influenza nel settore. Non solo, il successo di Nvidia ha reso Huang la ventunesima persona più ricca del mondo, con un patrimonio stimato di circa 70 miliardi di dollari.

Da un lato, alcuni esperti concordano con Huang che l’IA stia democratizzando la programmazione, rendendola accessibile anche a chi non ha competenze specifiche.

Datapizza, una delle più grandi Community Italiane sul mondo Data, Tech e AI, è intervenuta sull’argomento scrivendo sui social: “l’AI (con strumenti come Copilot o Cursor) già oggi impatta profondamente la vita del programmatore: gli suggerisce soluzioni, lo aiuta a migliorare e aggiustare il codice, crea test, regex, funzioni, documentazione…

Nell’intervista, tuttavia, il CEO di Nvidia discute l’idea di rendere la programmazione automatizzata al 100%.

Datapizza, così, aggiunge: “..non è la programmazione a creare la soluzione… La soluzione è immaginata dalle persone che notano quel problema e vogliono risolverlo!

Noi di Datamind Italia, come abbiamo specificato in altri articoli, abbiamo sempre sottolineato l’utilità che l’intelligenza artificiale potrebbe apportare in numerosi campi.

Prima di tutto, l’IA può automatizzare processi ripetitivi e noiosi, consentendo ai programmatori di concentrarsi su compiti più creativi e complessi. Attraverso algoritmi di machine learning, l’IA può analizzare grandi quantità di dati e identificare pattern, facilitando lo sviluppo di software più efficiente e performante.

Inoltre, l’IA può aiutare a individuare e correggere errori nel codice, accelerando il processo di debugging e migliorando la qualità del software prodotto.

C’è da dire che un tempo temevamo la Rivoluzione industriale che, nel XIX secolo, ha portato trasformazioni epocali nell’economia, nella società e nel modo di lavorare. Ad oggi temiamo davvero la Rivoluzione tecnologica, tornando a credere che si possano mettere sullo stesso piano Essere Umano e Macchina?

La sostituzione non deterministica totale da parte dell’AI, invece, è un argomento molto diverso.  La capacità di risolvere problemi, ragionare logicamente e comprendere le architetture software sono competenze che, difficilmente, possono essere automatizzate completamente.

Per non parlare del fatto che la programmazione richiede spesso un’intensa collaborazione e comunicazione tra persone, sia all’interno di un team di sviluppo che con gli utenti finali. L’intuizione umana, una comprensione del contesto, la cooperazione del gruppo e la capacità di pensare in modo astratto, aspetti che l’IA può avere difficoltà a replicare.

Il futuro della programmazione sarà caratterizzato da una coesione tra l’intelligenza artificiale e le capacità umane. L’AI non sostituirà per certo i programmatori, ma ne amplierà le possibilità e li aiuterà a svolgere il loro lavoro in modo più efficiente e creativo.

In sintesi, mentre l’IA può essere un prezioso strumento per assistere i programmatori nelle loro attività, l’esperienza umana, la creatività, il discernimento etico e la capacità di collaborazione rimangono irrinunciabili nell’ambito della programmazione.

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